sabato 21 dicembre 2013

Che serva a qualcosa

…avere tante ferie e usarle per lo studio
…avere poco tempo per la famiglia e dedicarla allo studio
...continuare a ripetersi “posso farcela” e continuare a pensare “ce la farò?”

Mesi fa scrivevo tra fogli di appunti:
Ancora sui libri, mangiare pagine di nozioni per arrivare al traguardo.
Ma con minestrine e giochi da neonato da preparare e a cui partecipare tutto si complica.
La voglia di far vedere che si può avere una marcia in più, che si vale qualcosa in un mondo in cui è facile cadere nelle banali considerazioni su noi giovani.

Le minestrine non le faccio più, passo ai piatti di pasta e alle bistecche. Ma, per fortuna, i giochi ci sono ancora, ed io dove lo trovo il tempo?
Da allora ho smesso di studiare, ho chiuso i libri, ho rinunciato. Ma qualcuno me li ha fatti riaprire. Perché poi!

Che Odissea! Sono tornata a chiuderli, i libri. Ma intanto penso a quando li riaprirò.
Forse presto, forse spero di imparare anche senza impegnarmi. Ma non ho mai avuto fortuna in questo. I miei buoni voti li ho sudati: non c’era la botta di fortuna nel compito in classe, nemmeno i 15 minuti di ripasso sull’autobus.

Ieri l’illusione che mi si prospetterà qualcosa di radioso, nel mondo del lavoro.
Per tutto il resto, per ciò che non è lavoro, …aprirò un’altra pagina quando sarò sicura di scrivere, in ogni caso, una buona pagina.

Con il pensiero al mio fare e saper fare in ufficio, mi butto alle spalle questo 2013 e mi appresto ad accogliere il nuovo anno.

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