venerdì 6 febbraio 2015

Si riparte: forza, forza!

Devo già averlo scritto un post di questo tipo ma ogni inizio, ogni rientro, merita sempre uno sfogo su una pagina bianca (sempre meglio di una borrita, per quanto sana, in faccia a chi ti è malauguratamente a fianco).

Altro bimbo, altra pausa, altro rientro al lavoro.

Altro bimbo, quindi i pensieri aumentano. Sono certa che metterò la dovuta concentrazione quando sarò in ufficio, ma non negherò al mio cervello di pensare costantemente anche a cosa ho lasciato a casa. Per quanto riguarda il mio cuore...beh, quello ci pensa da sé a pensare a destra e a manca.

Altra pausa, quindi ciò che ho lasciato in ufficio lo ritroverò al mio ritorno. Confido di essere maturata ancora un pochino, quel tanto da non farmi prendere dagli sbalzi d'umore dei colleghi (e balzare a mia volta, più di loro) e da ciò che realmente è futile e non porta a niente. Conto di tornare a stringere quei bei rapporti che c'erano.

Altro rientro al lavoro, appunto. E ho ancora obiettivi che non ho raggiunto nemmeno stavolta, stando a casa. Ma sono un passo più avanti. Non lo dimentico e non mollo, anche se a volte mi sento sola nel mio traguardo.

Forza, forza! Ce la faccio? Boh...
...
Forza, forza!

Forza!

lunedì 15 dicembre 2014

Ohana

Ohana significa famiglia.
Famiglia significa che nessuno viene abbandonato.
O dimenticato
(Lilo e Stitch)

…aspettando la grande occasione di famiglia, il Natale.
E anche quest’anno l’attesa ci ha portato qualche sorpresina, qualche cruccio. Ma è pur sempre famiglia, qualunque cosa sarà, in qualunque condizione ci troveremo.

Mai come in questi mesi, in cui sono a casa e la mente va (bravo chi la sa fermare, almeno per qualche istante), penso alla mia famiglia e al ruolo che ho io. Mi faccio scorrere davanti alla mente tutti, ma proprio tutti. Ci penso, dico tanto, ma oggi voglio che siano le parole di altri a farmi pensare, per il futuro e per l’avvenire che è prossimo:
 
È facile sorridere alle persone
che stanno fuori dalla propria casa.
È così facile prendersi cura delle
persone che non si conoscono bene.
È difficile essere premurosi e gentili
e sorridere ed essere pieni di
amore
in casa con i propri familiari giorno
dopo giorno, special
mente quando
siamo stanchi e di malumore. Tutti noi
abbiamo momenti come questi,

ed è proprio allora che Cristo viene
a noi vestito di sofferenza.

(Madre Teresa di Calcutta)

giovedì 25 settembre 2014

Crescendo

-      Pronto?
-      Auguri! Sono Silvia, ricordi?
Inizia così la telefonata di oggi, telefonata di un’amica che non sentivo da tempo. Una conoscente di soli 6 anni fa, ma che sembra un passato molto più lontano.
Forse perché si parla di com’eravamo con le teste nei libri e i sabati sera tra amici.

-      E Fabio?
-      Sposato! Claudia?
-      Una bimba.
-      Ale?
-      Ho visto la sua firma su qualche documento importante, deve lavorare in Provincia, se ricordo bene.
-     
Poi i racconti delle giornate passate con i figli, a cambiare pannolini, stirando con una mano e cucinando con l’altra.

Sono passati degli anni, siamo cambiati anche noi. E anche noi, come i nostri figli, stiamo crescendo.
Al ritorno dall’asilo, ricevo un grande sorriso e con un abbraccio rassicuro il piccolo che ci sono, che tutto va bene e continuerà ad andare bene. Seppur grandi, di quell’abbraccio ne abbiamo bisogno anche noi.

venerdì 31 gennaio 2014

Perchè anche oggi?

Si cresce e, per fortuna, siamo in quella fase in cui ancora si cresce, ci si interroga, si chiede, senza paure, candidamente.

Così del mio piccolo, quasi arrivato alla soglia dei 3 anni, sto apprezzando tante cose, e mi sto rendendo conto che ha bisogno di più risposte di quante credo.
Ma tra tutte le domande, che so bene non hanno sempre le dovute risposte, ce n’è una che mi stringe il cuore e mi fa pensare tanto
“perché, mamma, anche oggi vai al lavoro?”

Continuate voi…

sabato 21 dicembre 2013

Che serva a qualcosa

…avere tante ferie e usarle per lo studio
…avere poco tempo per la famiglia e dedicarla allo studio
...continuare a ripetersi “posso farcela” e continuare a pensare “ce la farò?”

Mesi fa scrivevo tra fogli di appunti:
Ancora sui libri, mangiare pagine di nozioni per arrivare al traguardo.
Ma con minestrine e giochi da neonato da preparare e a cui partecipare tutto si complica.
La voglia di far vedere che si può avere una marcia in più, che si vale qualcosa in un mondo in cui è facile cadere nelle banali considerazioni su noi giovani.

Le minestrine non le faccio più, passo ai piatti di pasta e alle bistecche. Ma, per fortuna, i giochi ci sono ancora, ed io dove lo trovo il tempo?
Da allora ho smesso di studiare, ho chiuso i libri, ho rinunciato. Ma qualcuno me li ha fatti riaprire. Perché poi!

Che Odissea! Sono tornata a chiuderli, i libri. Ma intanto penso a quando li riaprirò.
Forse presto, forse spero di imparare anche senza impegnarmi. Ma non ho mai avuto fortuna in questo. I miei buoni voti li ho sudati: non c’era la botta di fortuna nel compito in classe, nemmeno i 15 minuti di ripasso sull’autobus.

Ieri l’illusione che mi si prospetterà qualcosa di radioso, nel mondo del lavoro.
Per tutto il resto, per ciò che non è lavoro, …aprirò un’altra pagina quando sarò sicura di scrivere, in ogni caso, una buona pagina.

Con il pensiero al mio fare e saper fare in ufficio, mi butto alle spalle questo 2013 e mi appresto ad accogliere il nuovo anno.

sabato 23 novembre 2013

Again!

E’ cadere e rialzarsi.
Lo vorrei ben pensare anch’io, ma non è così facile.

E’ ritrovare un’esperienza del passato di nuovo nel presente.
Sì, questo, sì, lo sento un significato molto più mio ora.
Credere di essere tornata alla grande come prima e invece trovarsi punto e daccapo, mentre altri stanno già tagliando il traguardo.

È la beffa che non mandi giù.

E scatta lo shopping compulsivo che non ti è mai piaciuto.

E intanto guardi al tuo fianco e vorresti, per una volta, saper guardare non oltre il tuo naso, lì dove ci sono i tuoi amori, gli affetti più cari che ti apprezzano ancora.
 
E' il tuo mondo che ti ama, come e più di prima.

domenica 30 giugno 2013

Tetris in pausa

Ti svegli e già pensi al lavoro, esci dal lavoro e pensi alla cena e quando tutto è fatto, ti rilassi sul divano e ti chiedi se avresti potuto fare di più. Non ti pesa pianificare, programmare fa parte di te. Qualcuno può esserne spaventato, ma non è contagioso!

Ma per quanto si possa essere bravi a giocare a tetris con gli impegni della vita, a volte la vita stessa ti mette in pausa e ti fa capire che c’è qualcosa di più grande che non si può controllare.

Non tutte le ciambelle escono col buco, non tutti i piani portano alla vittoria.

Non tutto è gara, non è sempre una competizione. Non è una pausa a farci smettere di giocare la partita. Allora bisogna premere di nuovo START e aspettare il proprio turno.