Avrai, avrai, avrai il tuo tempo per andar lontano,
camminerai dimenticando, ti fermerai sognando...
La soddisfazione di prendere l’autobus, il primo che passa nella giornata: ore 6:28.
Saltavo la colazione, la mia irrinunciabile colazione, per osservare quelle che per qualcuno sono solo autobus che transitano per la stazione. Ma per me non era solo quello.
E quella mattina avevo proprio voglia di uscire presto, anche se era per lavoro.
Ma non è del lavoro che volevo parlare. Piuttosto delle sensazioni e dei pensieri di quella mattina.
Uscire col buio e ripercorrere il mio vialetto e svoltare in quel parco un pochino inquietante, non lo facevo dai tempi del liceo, quando prendevo la buona vecchia “via almi”. Solo che quella mattina non dovevo fermarmi ad aspettare nessuna Mery, nemmeno prepararmi a correre perché di certo non ero in ritardo. E ad ogni passo rimbalzava sulla spalla una borsa professionale, non più un pesante zaino pieno sempre di troppi libri.
Profumo di ricordi in quella mattina.
E un sorriso si stampa in faccia, quasi a dire “com’ero buffa allora”.
Questi ricordi han già sei anni, sembra ieri se penso che i libri non li ho ancora abbandonati del tutto. Eppure son così lontani dal mio mondo di oggi: nemmeno so riconoscere alcuni compagni di classe che non ricordo di aver abbandonato solo dopo la quarta liceo.
1 commento:
Alla fine allora ti sei convinta che era in quarta?
PS: appena posso ci sentiamo.
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