È la frase più ricorrente degli ultimi tempi. Me lo son sentita dire molto spesso ultimamente da chi è sempre stato abituato a venirmi a trovare più volte al giorno. Succede ogni volta che la propria giornata ha forti cambiamenti: dagli orari sconquassati dell’università a lavorativi, che di regolare al momento han ben poco, ma di certo ti portano a sparire per la giornata intera; dagli automatismi delle scuole superiori ancora all’università.
Certo ora è davvero più evidente, perché ci sono anche gli impegni serali, per i quali la settimana è fatta ancora di 7 giorni… eppure sembra che non ce ne siano mai abbastanza di sere per gestirli tutti.
Ci sei ancora?
Anche la mia testa ha mille pensieri, mille cose da fare e disfare, e anche quando sembra che io lì, come una volta, intenta sui miei fogli, in realtà in ben altri mondi.
Ci sei ancora?
Spiace sentirli fare questa domanda ma, si sa, ogni situazione porta ad avere tempi diversi, specialmente con gli studi, e chi non ha mai provato fa fatica a percepire e ad abituarsi.
Spiace, perché non vorrei sembrare quella che sfugge, ma succede.
E quando me ne andrò, non sparirò tanto lontano, ma sarà un altro cambiamento che porterà a chiedersi ancora più frequentemente ci sei ancora?
Nessun commento:
Posta un commento