Primo giorno di un nuovo anno di scuola, tra tagli e lamentele.
E anche se non è il primo di una lunga serie, si tratta sempre di un inizio importante. Anche l’alunno più superficiale e coraggioso, pur se lo negherà spudoratamente, si trova ad avere qualche paura la sera prima e a chiedersi come sarà questo nuovo anno.
Gli scolari più seri e diligenti, che stai sicuro che sono quelli che riusciranno con ottimi voti, si chiedono se ce la faranno e se troveranno il tempo per studiare tutte le materie, tutti i giorni (un bacio, a tal proposito, alla mia nipotina che è di certo fra questi).
E pure le insegnanti, troppe ormai alle prese con una nuova classe (perché il precariato è questo e tanto altro), guardano a quest’anno non senza domande e tanta speranza (una pacca sulla spalla in particolare a due valide amiche).
Non è ancora il mio primo giorno di scuola, ma va a pochi pure per me che di domande ne ho forse più di alunni e insegnanti messi assieme.
Se ora tempi e rendimenti sono questi, cosa sarò in grado di fare una volta ripreso il lavoro?
Tante domande, voglia di certezze all’interrogativo “ce la farò?”, e una sola e confortante risposta: ce l’han fatta tante altre mamme, così farò anch’io!
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