Il mondo oggi è pieno di cose
che si muovono e mutano continuamente,
partendo ogni giorno
verso qualche avvenire.
(Claudio Marabini)
Finalmente il sole! E ieri ho fatto due passi qui attorno, giusto il tempo di prendere un po’ di freddo ma sgranchire le gambe, in attesa di una vera camminata: un sacco di case belle, mai c’avevo fatto caso! Villette con dei signor-giardini, posticini che danno l’idea di contenere stanzette davvero carine e ben arredate.
E ai campanelli tanti nomi. Ma ho avuto l’impressione di non conoscerne granché.
Sono i nomi di quali volti e quali famiglie?
La nostra posizione qui è davvero molto bella – beh, a me piace – e quando c’è il sole fa tutto un altro effetto. Ma forse non è lo stesso effetto che colpisce la gente, quella che rimane dentro la sua villetta e non vedi nemmeno quando c’è la bella stagione e si può star fuori con una fetta di buona anguria. Se fossero solo case, e non villette, magari vedremmo qualche faccetta in più fuori, a condividere quel pezzo di mondo che è di tutti.
Ci chiudiamo nel nostro bell’appartamento, che riempiamo come se dovesse contenere tutto l’oro del mondo, e fuori? E fuori rischiamo che non ci resti niente, perché crediamo che il nostro niente sia tutto ciò che non è in casa.
Così assistiamo allo scempio di case che ospitano anche umidità: evitate che il vostro bagno vi chieda se sia troppo per voi aprire la sua finestra almeno dopo ogni doccia.
Non voglio vergognarmi di avere ancora stanze abbozzate in casa, se la mia finestra riesce ad essere spalancata qualche volta in più.
E se il mondo è pieno di cose che mutano continuamente, possiamo forse noi perderci questo spettacolo?
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