“Forse ci voleva una gravidanza a farmi capire che i tempi non possono sempre essere quelli che vorrei io, che le mattine non sempre son cariche di mestieri da fare e i pomeriggi rischiano di essere più monotoni e ripetitivi di quanto ci si aspetterebbe.
Una gravidanza che ha avuto nove mesi di gloria ed ora prosegue con alcuni giorni di affanno.”
Proseguo queste righe scrivendo, ormai, a posteriori ma ben ricordando come mi sentivo in quei giorni.
Otto e mezzo di mattina io mi sveglio colazione e cappuccino
e due paste con la crema belle calde per favore caro Gino,
che mi dici stamattina come gira quest’Italia come gira,
vedo un grande movimento ma di palle soprattutto il giramento
Ed ora, in veste e contesto completamente differenti, son qui a riguardare le uniche pareti che in quei giorni potevo abitare; son qui a rivivere in quelle pareti, sicuramente e totalmente ancora per qualche giorno, e ad apprezzarle per non essere più lì sul divano a cercare di apprezzare tutte quelle ore libere da impegni.
Ora il ronzio della tv vista davanti al divano non è così insopportabile, nemmeno se il palinsesto è quello che è, la colazione la mattina ha più sapore, anche se lo zucchero in tazza non è aumentato.
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